Giardino ingabbiato
In geografia ed ecologia, l’antropizzazione è l’insieme degli interventi di trasformazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo con lo scopo di adattarlo alle esigenze ed al miglioramento della sua vita.
Il concetto di antropizzazione, in tempi moderni, ha consentito la nascita di quello che noi chiamiamo paesaggio.
Il paesaggio configura la forma del nostro mondo, creata dall’azione cosciente e sistematica della comunità umana che vi è insediata, in modo intensivo o estensivo, nella città o nella campagna, che agisce sul suolo e che produce i segni della sua cultura.
Da questo punto di vista il paesaggio è un prodotto sociale, dinamico e sempre relazionato all’azione dell’uomo.
Abbiamo deciso, quindi, di proporre un giardino ingabbiato, cioè un giardino chiuso in sè stesso, riproducibile ovunque, e con caratteristiche costruttive tali da mescolare in modo forte uomo e natura.
La natura sarà dominante; il confronto con l’essere umano e con le sue esigenze consente quella fusione estetica, quell’armonia che ci porta al “paesaggio”.
Le gabbiefioriere costruiscono un volume, che viene divorato dall’azione delle piante, che nel tempo rivestiranno tutto l’oggetto, creando un muro verde che nasconde la realtà del nostro giardino. Un luogo per stare, per meditare, per farsi suggestionare da profumi colori e forme
Gelsomini e camelie, nandine e graminacee, cotognasti e lonicere saranno le piante scelte per il ns giardino e due pruni come numi tutelari.
É un giardino che potrebbe completamente cambiare a seconda della stagione e delle scelte fatte per essenze, colore, forma, ma in grado di essere un paesaggio.
- VERDErame di Dott.Agr. Claudia Pavoni
- Il Giardino di Corten di Schneider Raffaele